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Il Mozambico attende Papa Francesco

“Quando Giovanni Paolo II arrivò in Mozambico nel 1989 la sua visita fu un’occasione per avviare il processo di pace che si realizzò con la firma dell'accordo di Pace nel 1992 a Roma. Speriamo che l’arrivo di Papa Francesco possa essere un’occasione per stabilire nel Paese una pace effettiva, solida e duratura” ha affermato Padre Bernardo Suate.




Dal 4 al 10 settembre 2019 il Santo Padre compirà un viaggio apostolico in Mozambico dopo quello effettuato nel lontano 1989 da Giovanni Paolo II.


Padre Bernardo Suate, responsabile della Sezione portoghese della Radio Vaticana, sacerdote della diocesi di Pemba (Mozambico), parlando del viaggio papale con un gruppo di giornalisti in un incontro organizzato dall’Associazione Iscom ha affermato che “la prima reazione all’annuncio del viaggio è stata di grande giubilo”. Il Mozambico è un Paese che ha conosciuto anche nel suo recente passato molte sfide: una guerra civile durata 16 anni, la firma della pace nel 1992 e poi la ripresa del conflitto militare che vede contrapposti il partito al governo e quello all’opposizione.

In mezzo a tanti problemi, sfide e guerre – ha detto padre Suate – il popolo di Dio ha perseverato nella fede. Ci definiamo una Chiesa delle piccole comunità, una Chiesa-famiglia. L’arrivo di Papa Francesco – ha proseguito il sacerdote – è visto anche come un balsamo sulle nostre ferite”.


Il Nord del Paese continua ad essere purtroppo mira di attacchi armati che provocano morti tra civili e forze di sicurezza. Vengono attaccate e bruciate anche chiese e cappelle cristiane e la Chiesa “è lì, con il popolo. Vive e soffre insieme alla gente”, ha sottolineato padre Suate. "A questa mancanza di stabilità si sono aggiunti due cicloni tropicali che hanno colpito il Paese nei mesi di marzo e aprile provocando morti e distruzione. Siamo una Chiesa con tante sfide, ma ci piace vederci anche come una Chiesa viva, dinamica, unita, soprattutto in ascolto dei segni dei tempi, con un orecchio rivolto verso Dio e l’altro verso il popolo con le sue sofferenze, le sue attese, le sue speranze. È questa la Chiesa che troverà Papa Francesco”.

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