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Rapporto Caritas 2020: più povertà in Italia

Aumenta in Italia la povertà e il numero dei poveri. Lo afferma il Rapporto della Caritas 2020 sulla povertà e l’esclusione sociale redatto sulla base delle esperienze degli operatori Caritas sul campo. Esperienze e dati che segnalano gravi effetti economici e sociali che si affiancano a quelli sanitari dell’attuale crisi causata dal Covid-19.

Analizzando il periodo maggio-settembre del 2019 e confrontandolo con lo stesso periodo del 2020 emerge che da un anno all’altro l’incidenza dei “nuovi poveri” passa dal 31% al 45%: quasi una persona su due che si rivolge alla Caritas lo fa per la prima volta. Aumenta in particolare il peso delle famiglie con minori, delle donne, dei giovani, dei nuclei di italiani che risultano in maggioranza (52% rispetto al 47,9 % dello scorso anno) e delle persone in età lavorativa; cala di contro la grave marginalità. A fare la differenza, tuttavia, rispetto allo shock economico del 2008 è il punto dal quale si parte: nell’Italia del pre-pandemia (2019) il numero di poveri assoluti è più che doppio rispetto al 2007 e I poveri assoluti, cioè privi di beni essenziali, sono oltre 4,5 milioni.



Aumenta in particolare il numero delle famiglie italiane e delle persone in età lavorativa.

“Anche in Italia - afferma il direttore nazionale della Caritas - a pagare il prezzo più alto della pandemia sono le persone più fragili e vulnerabili. La pandemia produce effetti diversi nei lavoratori precari o nei lavoratori a chiamata rispetto a chi ha un impiego a tempo indeterminato, senza contare le disuguaglianze educative: nel lockdown sono state molte le famiglie che non hanno potuto assicurare ai propri figli le apparecchiature per la didattica a distanza”.


Fin dai primi giorni dell’emergenza Covid-19, di fronte a queste sfide drammatiche e forti criticità, Caritas Italiana e le Caritas diocesane hanno continuato a stare accanto agli ultimi e alle persone in difficoltà, spesso in forme nuove e adattate alle necessità contingenti. Per cercare di avere un quadro complessivo dell’attività svolta e tentare di descrivere l’impatto economico e sociale della pandemia, sono stati realizzati tre monitoraggi nazionali: uno ad aprile in pieno lockdown, il secondo a giugno, dopo la riapertura dei confini regionali e il terzo a settembre dopo il periodo estivo.


I dati raccolti testimoniano due grandi fasi attraversate finora, che corrispondono in parte ai diversi step di avvio delle misure e dei provvedimenti governativi: la prima, della “dura emergenza” coincidente con il blocco totale delle attività e con i due mesi nei quali gli italiani sono rimasti a casa, durante la quale si è pagato il prezzo più alto in termini di vite umane, sul fronte dei contagi e dell’impatto economico; la seconda, vissuta nei mesi estivi, nella quale si è avviata una lenta ripartenza, dai contorni e confini incerti. In ciascuna delle due fasi le azioni messe in campo dalla rete Caritas sono state preziose.

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