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Siccità in Africa: dramma silenzioso

«Non abbiamo mai sofferto una fame simile. Sta seccando tutto. Campi e pozzi. Non piove dallo scorso anno e non abbiamo nulla da mangiare e da bere. I nostri animali stanno morendo e noi li seguiremo tra poco. È solo questione di tempo».



L'uomo parla lentamente, intercalando espressioni dialettali. Si è avvicinato quando sono sceso dalla vettura per visitare uno dei tanti villaggi che in questi mesi sono colpiti dalla siccità in Mozambico. Mentre parla mi guardo attorno. Oltre alle capanne di paglia, la terra è arida e gli alberi sono privi di foglie. Vedo intorno qualche capra che si aggira in cerca di un’improbabile stelo d’erba. «Come fate per l’acqua?» chiedo. «Andiamo a prenderla lontano da qui, anche cinque chilometri. Ma basta solo per bere

Si avvicina un giovane di circa venticinque anni. È magro, gli abiti consunti, un paio di sandali di plastica ai piedi e si offre offre per un lavoro. «Posso fare qualunque cosa. Ho la decima classe. Qualunque cosa pur di andare via da qui. Il raccolto è andato tutto perduto.» Gli chiedo dove sta andando. «In cerca di radici. Si fanno bollire e riescono a far dimenticare la fame.» Non posso fare molto per lui e tanto meno sono in grado di garantirgli un lavoro. Lo guardo allontanarsi lentamente.

In questi mesi alcune province del Mozambico, specialmente quelle del sud e del centro, sono colpite dalla siccità e il governo, tramite il Programma Mondiale dell’Alimentazione, ha iniziato le prime distribuzioni di alimenti, ma le necessità sono notevoli e molti villaggi non hanno ancora beneficiato di nessun aiuto.



La siccità, provocata dai cambiamenti climatici, sta provocando una crisi umanitaria in molti paesi dell’Africa meridionale, dove milioni di contadini hanno perso tutto il raccolto e i bambini hanno bisogno di trattamenti urgenti per la denutrizione. L’Unicef descrive una situazione generale “senza precedenti” nella quale alla carenza di cibo, scarsità d’acqua e malattie, si sovrappone l’aumento dei prezzi dei generi alimentari di prima necessità.

Questa situazione è causata da un fenomeno climatico periodico, El Niño che, con cicli variabili tra i cinque e i sette anni provoca, nelle aree interessate, inondazioni, uragani e siccità. In diversi paesi africani sono stati persi gran parte dei raccolti e sono aumenti i prezzi degli alimenti, oltre a malnutrizione ed epidemie che peggiorano le condizioni di vulnerabilità delle persone colpite.


In Zimbabwe, più di un quarto della popolazione rurale rischia di restare senza cibo, tanto che il governo ha dichiarato lo stato di calamità naturale in alcune zone rurali.

I prezzi del cibo in Zambia sono nettamente aumentati, mentre bassi livelli d'acqua nel bacino della diga di Kariba hanno colpito la produzione di energia idroelettrica.

Anche Lesotho e Zambia stanno soffrendo le condizioni climatiche degli ultimi mesi e il Sudafrica ha da tempo annunciato che questa è la siccità peggiore affrontata dal paese da più di un secolo. Il Malawi ha sofferto sia inondazioni e siccità che, di recente, hanno colpito il raccolto di mais.


In Mozambico la siccità ha aggravato la fame e la denutrizione in particolare tra i bambini, colpiti da malattie, morti premature, difficoltà di crescita. Attualmente, nelle regioni centrali del Paese, gli adulti colpiti dalla siccità sono circa 2 milioni mentre i bambini inferiori a 10 anni sono circa 320mila. La loro situazione è particolarmente delicata perché, oltre alla fame, il loro futuro è a rischio: molti di loro hanno dovuto interrompere la scuola per dedicarsi alla ricerca di cibo e di acqua per la famiglia. Infatti le già scarse risorse idriche si sono esaurite e, in molte località, viene utilizzata l’acqua rimaste nelle pozze dei fiumi, utilizzata anche dagli animali, oppure raccolta in pozzi distanti chilometri e trasportata faticosamente al proprio villaggio. È evidente che, in queste condizioni, il numero di malattie dovuto all’utilizzo di acqua impropria risulta elevato.

L’Italia, come altri paesi occidentali, ha elaborato un piano d’intervento in diversi stati africani; distribuzione di alimenti nelle scuole e di sementi alle famiglie oltre a programmi agricoli e creazione di orti scolastici.


Gli effetti del Nino dovrebbero terminare nei prossimi mesi, ma il problema della fame non si risolverà da un giorno all’altro, perché i contadini dovranno seminare e aspettare la fine dell’anno per il nuovo raccolto.

Nell’attesa, si continua a soffrire.


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