Judite Mboene
La mia giornata comincia con le prime luci del giorno. Francisco, il mio fratellino, si alza assieme a me e mi aiuta nei lavori domestici. Vivo con la nonna che è anziana e ormai non ha più la forza di un tempo.
La nostra casa è piccola, ha una sola stanza ma è fatta di mattoni, a differenza di tante altre case nel nostro quartiere costruite in bambù.
La scuola inizia alle otto ma prima devo aiutare la nonna a fare i lavori domestici.
Per prima cosa puliamo il cortile e togliamo le foglie che sono cadute. La mamma sino a poco tempo fa viveva con noi ma poi è andata a vivere in città. All’inizio è stato difficile rimanere senza lei, ma ogni tanto ci viene a trovare e porta dei dolci.
La nonna mi ha detto di stare tranquilla, perché presto ritornerà.
Dopo aver pulito il cortile vado a prendere l’acqua. La fontana è un po' lontana, bisogna camminare quasi un chilometro, ma spesso incontro delle amiche e facciamo la strada insieme.
Ci divertiamo a raccontarci delle storie e scherziamo tra di noi. Nella nostra casa non abbiamo acqua e neppure la corrente elettrica e tutti i giorni, mattina e pomeriggio, bisogna andare a prenderla alla fonte.
Questo è un lavoro che devo fare io perché per la nonna è troppo faticoso.
Anche Francisco mi aiuta e sta imparando bene! L'acqua la utilizziamo per bere, per cucinare e per lavarci. La nonna avrebbe voluto fare un pozzo dietro alla nostra casa per non dover fare troppa strada tutti i giorni e c coltivare anche un'orto, ma costa troppo e non ce lo possiamo permettere.
Però nel cortile abbiamo due alberi di papaia che danno dei buoni frutti
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Prima di andare a scuola aiuto la nonna a preparare il pranzo. Oggi mangeremo una zuppa fatta con una verdura che si chiama cacana. È un poco amara ma è molto nutriente. Bisogna tagliarla a pezzettini e farla bollire con delle foglie di mandioca. Si mangia assieme alle arachidi tritate. La nonna dice che la cacana è anche una pianta medicinale che si utilizza per il morbillo e per curare altri disturbi.
Ora finalmente posso andare a scuola. Oggi abbiamo lezione di aritmetica e portoghese. Sono contenta di andare a scuola. Ho conosciuto tante compagne e imparo cose nuove. La mia insegnante ha molta pazienza con tutti noi, anche se a volte la facciamo un pò arrabbiare. Allora alza la voce e ci sgrida. All’inizio dell’anno nella nostra scuola hanno distribuito a tutti gli alunni del materiale scolastico. Abbiamo ricevuto quaderni, penne e matite.
Questa è la mia scuola. L’insegnante ha detto che gli alunni sono molti e alcune classi devono studiare all’aperto. Quando piove però non andiamo a scuola e quando c’è vento la sabbia entra tra i fogli dei quaderni e nei libri. Invidio i miei compagni che studiano in una vera aula ed hanno anche dei banchi per sedersi. Chissà se un giorno potrò anch’io studiare in un’aula come la loro.
Tornata dalla scuola aiuto la nonna a preparare la cena. Alla sera mangiamo quasi sempre polenta di mandioca con del riso o del pesce secco. Devo pestare le radici di mandioca nel mortaio sino a farle diventare farina e poi bollirla. La nonna mi ha raccontato che quando c’era la guerra era tutto molto più difficile. Allora nelle campagne la gente mangiava le radici degli alberi e nelle città i negozi erano vuoti.
La nonna mi ha insegnato a cucinare anche la matapa, una minestra fatta con le foglie di mandioca e cipolle. Cuciniamo in un angolo del cortile ed usiamo il carbone. Lo vendono agli angoli delle strade in sacchettini di plastica e cerchiamo di farlo durare il più a lungo possibile perché costa caro. Qui quasi tutte le famiglie lo usano. La nonna dice chi abita in città cucina con le bombole di gas oppure con i fornelli elettrici. Chissà se un giorno anche noi avremo in casa l’energia elettrica!
Prima di coricarci la nonna ci racconta cose accadute tanti anni fa, quando lei era giovane. È nata nella provincia di Gaza ed è venuta qui dopo che i soldati sono entrati nel suo villaggio saccheggiandolo. Ha raccontato anche che rapivano i bambini più grandi per istruirli a combattere. In molti allora hanno deciso di venire via. La nonna non è più tornata al villaggio perché dice che ha dei brutti ricordi e non vuole ritornarci. Ma per fortuna oggi il nostro paese vive in pace.
Dopo cena rimaniamo ancora un po' a conversare e poi ci prepariamo per la notte. Non abbiamo un letto e per dormire usiamo una stuoia di paglia. In questo periodo dell’anno di notte fa freddo e dobbiamo coprirci.
Anche oggi è stata una giornata faticosa: il trasporto dell’acqua, la pulizia della casa e del cortile, la preparazione del pranzo e della cena.
La nonna spegne la lanterna a petrolio e ci augura la buona notte...