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Pandemia: una violazione dei diritti umani

La 46° sessione del Consiglio ONU per i Diritti Umani ha aperto il 22 febbraio scorso i propri lavori a Ginevra mettendo in primo piano la pandemia che da un anno ha “immobilizzato” il mondo. È stato il Segretario Generale delle Nazioni Unite a rilevare la connessione tra l’emergenza sanitaria e una maggiore violazione dei diritti umani.


Il Segretario Generale ha segnalato quanto durante questa emergenza, tutt’altro che risolta, le nostre società hanno inasprito i divari e le discriminazioni verso le persone più fragili, le stesse per le quali il sistema ONU ha creato dal secondo dopoguerra forme di tutela che purtroppo non hanno funzionato granché. Poveri, anziani e donne, quest’ultime ancora una volta vittime di abusi, violenze domestiche, sfruttamenti sessuali e matrimoni precoci. “Il virus è stato usato come pretesto in molti Paesi per reprimere il dissenso, criminalizzare le libertà e mettere a tacere le notizie” ha chiaramente rilevato il Segretario Generale


Le iniquità oggi toccano anche il sistema di accesso ai vaccini, secondo Guterres. I circa 2,5 milioni di cittadini di più di 130 Stati non hanno avuto alcuna disponibilità di un vaccino contro il Covid-19 e solo dieci Paesi al mondo (quelli che rappresentano il 60% del PIL globale) hanno somministrato il 75% di tutti i vaccini Covid esistenti. Dunque un’ineguale tutela del diritto alla salute in questo anno di pandemia è confermato da un differente accesso alla protezione vaccinale. Logico corollario della crisi sanitaria mondiale è stato, infatti, un riacuirsi degli egoismi nazionali a cui oggi assistiamo come tifosi sul mercato degli accaparramenti delle dosi dei diversi tipi di vaccino disponibili, incuranti di chi su quella piazza non riesce neanche ad affacciarsi. Anche l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) e l’UNICEF hanno richiamtato ad una strategia più equa di fornitura dei vaccini anti-Covid19 senza la quale difficilmente si andrà a sconfiggere la malattia. “O ci prendiamo cura del mondo nella sua globalità o le mutazioni del virus continueranno a toglierci la pace, ma la colpa sarà di una miopia irresponsabile e autolesionista”, ha avvertito anche il direttore dell’Istituto Clinico Humanitas, che, intervenendo su Avvenire in merito alla distribuzione dei vaccini, ha ricordato che le due varianti oggi più temute del virus vengono proprio dai Paesi del sud del mondo, ossia dal Sudafrica e dal Brasile.


Fonte: Unimondo








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