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Diario di viaggio - 4


Una caratteristica dei Paesi in via di sviluppo è l’economia informale, un'economia che fa sopravvivere centinaia di milioni di persone in tutto il mondo. Ecco qualche esempio.


Un tchova-xitaduma, il caratteristico mezzo di trasporto utilizzato nei mercati informali africani.

Uno dei modi migliori per conoscere la cultura e le usanze di un Paese africano è visitare i quartieri periferici, lontano dagli edifici moderni e asettici che si trovano in ogni grande città, e osservare i mercati e i prodotti offerti. Potremo scoprire così il valore dell’economia informale, un'economia che fa sopravvivere milioni di persone.


Le immagini che seguono riguardano il Mozambico, ma potrebbero riferirsi a qualunque altro paese.


Il mercato di Xipamanine a Maputo.

L'economia informale ha del miracoloso: nella maggior parte delle città africane non esistono infrastrutture che garantiscono la distribuzione di beni e servizi. Sono città sorte spesso in epoca coloniale che, per stare al passo con l’aumento demografico e l’imponente migrazione dalle aree rurali, richiedono strutture e strategie difficilmente realizzabili in economie ancora fragili. Le persone devono trovare delle soluzioni alle loro necessità.


Un esempio è il trasporto e lo stoccaggio delle merci: non esistendo una rete di trasporti efficiente con aree di stoccaggio, le merci si distribuiscono con carretti a mano, biciclette, cesti portati sulla testa o in spalla mentre le merci che di giorno riempiono i banchi dei mercati, di sera spariscono in depositi invisibili per poi ricomparire il giorno dopo senza utilizzare nessun veicolo.


Venditrici di agrumi

Si trasportano tutti i giorni pesanti bidoni d’acqua sino agli ultimi piani di palazzi in cui da decenni l’acqua negli appartamenti non arriva e i vani degli ascensori sono murati perchè nessuno vi cada dentro. C’è chi ha affittato il proprio appartamento ricevuto dallo stato all’epoca delle nazionalizzazioni e si è trasferito presso parenti.

Si affittano i mobili di casa non ritenuti indispensabili; chi è proprietario di un veicolo cerca di affittarlo e nei mercati si vendono abiti usati, bibite, frittelle, pesce secco, frutta, carbone, scatole di cartone usate, polli, erbe medicinali, mentre i “curanderi” affermano che le polveri che vendono guariscono da ogni malanno.



Venditrici di cibo. In genere si posizionano nelle vie centrali della città.

Alcuni mercati offrono la possibilità di fermarsi e mangiare quello che si è acquistato, cucinato da donne che, per una modica cifra, provvedono a preparare.

L’economia informale non risparmia nemmeno i bambini utilizzati per trasportare le borse dei clienti o scacciare le mosche che li infastiscono. L’Africa non finisce mai di stupire.


La vendita di credito per i cellulari viene effettuta anche per strada.

E' un'attività che non obbedisce a nessuna norma tributaria. Gli “operatori commerciali” informali non pagano imposte e le autorità tollerano questa attività, sapendo che rappresenta la sopravvivenza di milioni di persone.


E' diffusa anche la vendita di carne arrostita.

Scarpe e abiti usati arrivano dall'Europa.

Una venditrice di frittelle.

I prodotti da vendere si trasportano anche in bicicletta.

Chi ha successo con la vendita informale a volte apre un punto di vendita fisso.









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