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Diario di viaggio - 1


Dopo un lungo periodo di assenza causato dal Covid, siamo tornati in Mozambico dove le nostre attività non si sono mai fermate, neppure nel periodo più difficile della pandemia. Infatti abbiamo continuato ad inviare notizie e immagini di quello che andavamo realizzando: distribuzioni di alimenti e prodotti per l'igiene oltre alla realizzazione di pozzi per assicurare acqua pulita e sicura al maggior numero di persone.


Le difficoltà sono iniziate con il ciclone Idai nel marzo del 2019 che ha messo in ginocchio la città di Beira e il suo retroterra, causando la distruzione di migliaia di abitazioni, di centinaia di centri sanitari, scuole e strutture pubbliche, ricostruite nei mesi seguenti grazie alla solidarietà della comunità internazionale, inclusa l'Italia che ha inviato voli cargo con medicinali e personale sanitario. Tra Italia e Mozambico l’amicizia, iniziata negli anni Settanta con il sostegno nella lotta per l'indipendenza, continua tutt’oggi.


Amicizia italo - mozambicana

Non si era ancora spento l'eco dei danni provocati dal ciclone Idai quando nel 2020 è iniziato il flagello della pandemia globale che ha colpito anche l’Africa. Inizialmente tutti pensavamo a scenari apocalittici in un continente che dispone di una copertura sanitaria minima, dove mancano attrezzature e personale sanitario. Ma le cifre che giungevano dall’Africa erano quasi confortanti, molto lontane dai numeri tragici dei paesi europei che, ogni sera, elencavano i telegiornali.


L’Africa era quasi immune del Covid? Molti lo affermavano e diversi studiosi ne elencavano i motivi. Ma è stato proprio così? Forse la verità è un’altra: l’Africa non è stata risparmiata dal Covid come si pensava in un primo momento, giustificando il basso numero di decessi con l'età media della popolazione, circa vent’anni. In realtà i decessi vi sono stati, causati da patologie che la pandemia ha aggravato: malaria, diabete, tubercolosi... ma pochi erano coloro che avevano fatto un test e la maggior parte sono morti a casa, senza nessuna assistenza.


Coronavirus in Africa

Poi nel 2021 è arrivata la terza ondata, quella della variante Delta che sta causando in Africa un aumento senza precedenti di contagiati. Questa variante ha colpito anche noi, pur se ci siamo vaccinati prima di partire.

E’ difficile capire come e dove siamo rimasti contagiati però il volo era affollato e l'aeroporto di Addis Abeba era gremito come al solito. Abbiamo evitato i mezzi pubblici, escluso qualche taxi e i negozi, ma siamo entrati in un supermercato prima di partire per Beira. Abbiamo evitato di frequentare locali affollati ma è stato necessario entrare nell’ufficio passaporti, dove le persone erano molte e non tutte rispettavano le regole, per registrare la nostra presenza.


E un giorno ci siamo svegliati con mal di gola e tosse insistente, ma la cosa più fastidiosa è stato la perdita del gusto. Il medico che abbiamo chiamato ha prescritto Azitromicina e Paracetamolo ed ha spiegato che la vaccinazione fatta in Italia ha messo al riparo da guai più seri. Ma abbiamo dovuto sottoporci ugualmente alla quarantena.


Abbiamo preso il Covid! Uno dei medicinali prescritti dal medico...

Sono trascorse tre settimane, il gusto sta lentamente tornando, mentre la tosse è scomparsa quasi del tutto assieme al mal di gola. Speriamo bene.

Ma la pandemia sta avanzando in Mozambico e in tutta l’Africa come non aveva mai fatto prima. I governi lanciano appelli per il rispetto delle regole che le autorità cercano di far rispettare spesso brutalmente, gli ospedali sono al limite della capienza e i decessi aumentano.


L'ospedale centrale di Beira.

Ma non aumentano i vaccini e senza il sostegno della comunità internazionale, l’Africa si troverà molto presto in difficoltà.

Al 20 luglio 2021 il Mozambico è il paese di tutta l'Africa australe che possiede la percentuale più bassa di popolazione vaccinata: appena il 1,13% mentre la percentuale di vaccinazioni nell'intero continente africano è del 1,61%

Rispetto allo stesso periodo di tempo della seconda ondata, in Mozambico i contagiati sono aumentati del 153,2%, i ricoveri ospedalieri del 170,2% e i decessi del 198,9%.

Il Diario del 23 luglio 2021: "Nuovo record nell'evoluzione del Covid 19 in 24 ore"

Nell'incontro con i nostri animatori nessun abbraccio e nessuna allegria: dei nostri quattro volontari (Carlito, Eduardo, Lourdes, Fernando) l’unico che è rimasto immune dal Covid è Carlito, l'insegnante responsabile del programma pozzi, mentre gli altri sono ancora in quarantena, qualcuno con sintomi preoccupanti, come Padre Timoteo Samuel, responsabile del sostegno a distanza, gravemente malato. Appena sarà possibile visiteremo le famiglie sostenute e le attività che, in questi lunghi mesi, abbiamo pianificato in Italia sulla base delle necessità locali.


Dopo una quindicina di giorni finalmente è stato ripristinato il collegamento internet che ci consentirà di inviarvi immagini delle località in cui lavoriamo oltre a notizie e curiosità locali.


Per adesso concludiamo con alcune immagini del nostro viaggio, da Maputo a Beira, pur se risalgono ad alcune settimane fa.


Un abbraccio e... avanti tutta!



Il viaggio da Maputo a Beira


Dopo oltre due anni di assenza causata dal Covid siamo tornati in Mozambico, dove le attività non si sono mai fermate: i nostri volontari, con tutte le cautele necessarie, hanno continuato il programma previsto di supporto alle comunità, integrandolo con iniziative rivolte a ridurre gli effetti della pandemia.

12 giugno. Aeroporto Malpensa. In attesa dell'imbarco.

Il viaggio è iniziato all'aeroporto di Milano Malpensa nella tarda serata del 12 giugno con un volo dell' Ethiopian per Addis Abeba e il successivo volo per Maputo, il mattino del 13, dove arriviamo nel pomeriggio.


Aeroporto di Malpensa semideserto, aeroporto di Addis Abeba sempre affollato (questo aeroporto assicura collegamenti con molti paesi africani) e aeroporto di Maputo deserto.

Imbarco ad Addis Abeba per Maputo
Aeroporto di Maputo

Dopo alcuni giorni nella capitale per alcuni adempimenti burocratici, partenza in auto per Beira (circa 1.300 km).

Sosta a Inhambane (700 km da Maputo)e pernottamento a casa di Enrico, un'italiano che negli scorsi anni ha collaborato con noi ed ora, giunto alla pensione, medita di tornare a vivere in Italia.

Visita al supermercato prima della partenza...
... e visita dal meccanico.

In viaggio: Strada Nazionale n° 1
Ultimo distributore utile. Per i successivi 240 km solo foresta

Il mattino successivo partenza e arrivo alle 20.30, poco prima del coprifuoco. In questo tratto del percorso il traffico è scarso. Frequenti i posti di controllo dei militari che garantiscono (o dovrebbero garantire) la sicurezza dagli attacchi di gruppi armati di dissidenti politici nel tratto tra il fiume Save e Muxungue (circa 120 km).

Tutti giovani e probabilmente non preparati a fronteggiare eventuali emergenze. Ad ogni posto di controllo dopo le rituali domande (da dove venite e dove andate) viene chiesto un contributo per cibo e bevande.

Tra Vila do Save e Muxungue sono una decina i posti di controllo dove i militari sembrano abbandonati alla loro sorte
A destinazione!

Beira è una città di circa 430mila abitanti con un nucleo che risale all'epoca coloniale di costruzioni in cemento e una periferia disordinata di abitazioni semplici, molte in mattoni di argilla e paglia. Sono ancora visibili i danni del ciclone Idai del 2019 ma si apprezza lo sforzo del municipio per ridare dignità alla città: molte strade sono state riparate, gli edifici ridipinti e le vie ripulite.

Ma la scopriremo meglio nelle prossime notizie.


Un saluto e a presto!


Continua. 1



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